Di una costruzione sul terreno dove oggi sorge il ristorante si ha notizia già nel 1756.
Ma fu nella seconda metà dell’800 che iniziò la trasformazione.
Garibaldi, che nel 1859 passò per Mirandola, infervorò l’animo di Celso Pozzetti che decise di seguirlo rimanendo al fianco dell’eroe dei due mondi fino alla battaglia di Bezzecca quando, ferito, si congedò e fece ritorno a casa. Siamo nel 1866. Come ricompensa dell’opera prestata gli fu concessa dallo Stato sabaudo la cosiddetta “privativa” e, cioè, la concessione per vendere, in privativa, Sali e Tabacchi.
Iniziò così e continua così dopo 150 anni.
La Ciselpa si innamorò di Saulle Ganzerli, si sposarono e iniziarono a lavorare nell’osteria fino a diventarne i soli titolari.
Ma Saulle era un nome troppo complicato e, in un’Italia che parlava solo il dialetto, fu più semplice chiamarlo “Saúll”.
Il nome del locale era nato.
Il nome rimase anche quando a gestirlo fu Guido, uno dei quattro figli di Saulle. E rimase anche quando a gestirlo fu Erino, uno dei quattro figli di Guido. E rimase anche quando a gestirlo fu Saul, uno dei 5 figli di Erino.