Si parla tanto di osterie nella ristorazione. L’osteria, quella così abusivamente citata ovunque, era l’unico luogo di ritrovo nei nostri paesi della bassa padana. L’osteria, di solito, era anche drogheria, salumeria, rivendita di sali e tabacchi, somministrazione di alcolici e gelati, macelleria. All’osteria ti imbattevi in tutto perché tutto quello che serviva ad una famiglia lo dovevi trovare in paese, vicino a casa. Dal carburo per le lampade, alla pasta, dal sale grosso al trinciato forte. Nelle nostre osterie, la mattina le donne andavano a fare la spesa e gli uomini, la sera andavano a giocare a carte, imprecavano se il compagno di briscola sbagliava la calata, bevevano lambrusco fino a stordirsi, discutevano di politica e, sottovoce, di corna. Se poi passava qualche forestiero, l’oste, offriva anche pane e salame o un piatto di minestra calda. Una cortina di fumo perenne ti ricordava che eri nella bassa e tra dentro e fuori la nebbia era la stessa.
Così era il nostro locale agli inizi, quando eravamo tutti contadini con pochi soldi da spendere e tante bocche, in casa, da sfamare. Crediamo che, di quel tempo, da “SAUL” sia rimasto lo spirito e l’accoglienza nei confronti di tutti e se al gioco delle carte, che tutt’ora praticano, si sono affiancate le slot machine, il bar continua a fare caffè e a vendere sigarette, puoi giocare al lotto o leggerti un giornale o, magari, comprarti uno spazzolino da denti. Se hai fretta puoi addentare un panino ma se hai tempo e voglia di stare a tavola, puoi assaggiare piatti preparati con ricette tramandate da generazioni e cucinati con la stessa passione.
Ti accolgono una veranda con una decina di tavoli, e all’interno due sale spaziose: una per occasioni speciali e una con pianoforte e televisore. C’è poi una saletta riservata con soli due tavoli se si vuole godere di un po’ di privacy.